I Baschenis furono una famiglia di pittori di origine bergamasca che operò attivamente nella zona di Bergamo ed in Trentino in particolare fra il 1450 e il 1670. Tutti i membri della dinastia Baschenis, ognuno munito di un talento e uno stile differente, seppero interpretare in modo originale e pieno le istanze tipiche dell'arte sacra che, nella loro visione artistica, poco doveva risentire dei dettami della contemporanea arte rinascimentale e barocca. La loro pittura, che solo saltuariamente ha sconfinato nel profano, raggiunge l'apice con le prestigiose opere secentesche di Evaristo Baschenis (1617-1677). Quasi tutti i componenti della stirpe dei Baschenis nacquero nella contrada di Colla di Santa Brigida (provincia di Bergamo) dove, fra l'altro, e' stata individuata anche la dimora della dinastia di Cristoforo. Malgrado ciò, il nome dei pittori di questa dinastia è noto come Baschenis di Averara (piccolo comune della Valle Averara -BG- di cui fanno parte anche Santa Brigida, Cusio, Olmo al Brembo, Ornica e Cassiglio), in quanto essi usavano firmare le proprie opere come tali (Baschenis di Averara). l'albero genealogico-artistico dei Baschenis conta due dinastie succedutesi fra il sec XV e il XVII: la prima è quella di Lanfranco, mentre la seconda è quella di Cristoforo.
La dinastia di Lanfranco BaschenisAntonio Baschenis - nipote di Lanfranco
Nella cronologia dei Baschenis, Antonio è il primo pittore della famiglia in senso proprio. Egli aprଠuna bottega artistica intorno alla metà del 1450 nei pressi di San Michele all'Arco in Bergamo ma si trasferଠben presto in Trentino (primo dei Baschenis), dove nel 1461 affrescò la chiesa di Santo Stefano a Carisolo (Val Rendena) con un ciclo comprendente fra l'altro un'Ultima cena, due Madonne in trono con Bambino, e varie figure di Santi. Sempre in Trentino lavorò all'interno della chiesa di San Vigilio a Pinzolo e dipinse una Madonna col Bambino e Santa Caterina nella chiesa di Mione in Val di Rumo (Val di Non), datata 1480.
Angelo Baschenis - nipote di Lanfranco (fratello di Antonio)
Angelo Baschenis, emerge come pittore nel 1482, con l'affresco del presbiterio di San Defendente alla Roncola (BG) con figure di Santi. Di maggiore rilievo è il ciclo della sagrestia della parrocchiale di Ornica (Valbrembana -BG) datato 1485. Ad Angelo Baschenis sono attribuiti gli Episodi della vita di San Nicola da Tolentino e altri affreschi della chiesa di Santa Brigida, dello stesso periodo. In seguito anche lui si trasferଠin Trentino e lavorò a Flavon (Val di Non) e dal 1490 nella chiesa di San Virgilio a Pinzolo (Val Rendena).
La dinastia di Cristoforo BaschenisCristoforo I° Baschenis (1465/1475) - capostipite
Dopo aver operato a Brescia, anche Cristoforo lavorò prevalentemente in Trentino, dove nel 1474 dipinse il Sant-Antonio Abate sulla facciata della chiesa del cimitero di Pelugo in Val Rendena.
Dionisio Baschenis (1493) - figlio di Cristoforo I°
Anche Dionisio si trasferଠpresto in Trentino dove lavorò alla realizzazione del San Cristoforo presso la chiesa di Pelugo (1493 - Val Rendena).
Simone I° Baschenis (1488/1503) - fratello di Dionisio
Simone operò certamente in Trentino ma di lui non è rimasta purtroppo nessuna opera in quanto gli affreschi sulla chiesa parrocchiale di Ladrone (Valle del Chiese) purtroppo sono andati perduti nel corso del secolo scorso.
Cristoforo II° Baschenis (1472/1520) - figlio di Simone I°
Anche Cristoforo II° operò in Trentino, dove nel 1496 affrescò l'interno della chiesa di San Felice a Bono di Bleggio (Valli Giudicarie esteriori) con il ciclo della Crocifissione, dell'Annunciazione e scene della vita di San Felice. Nel 1500 abbellଠla chiesa di San Giorgio a Dorsino (Banale) e quella vicina di San Rocco a San Lorenzo in Banale con mentre nel 1519 si spostò a Condino (Valle del Chiese) per dipingere il Cristo benedicente e le storie di San Lorenzo (chiesa di Condino). Lavorò anche presso Ragoli dove realizzò il ciclo della chiesa dei Santi Faustino e Giovita e presso Pelugo con gli Episodi della vita di Cristo in Sant'Antonio.
Simone II° Baschenis (1490/1555) - figlio di Cristoforo II°
Simone II lavorò alla realizzazione di importanti affreschi in particolare in Val di Sole e in Val Rendena dove grazie alla propria strabiliante creatività riuscଠad integrare in modo innovativo ed armonioso le linee del -fresco tradizionale con i dettami di marca rinascimentale e per questo viene considerato l'affreschista più importante della dinastia Baschenis. Di nota sono l'assemblea dei Santi e Dottori della chiesa a Commezzadura (1512 - Val di Sole), la leggenda di Carlo Magno e le Storie di Santo Stefano a Carisolo (1519 chiesa di Santo Stefano- Val Rendena), l'Annunciazione e altri affreschi sul protiro della chiesa della Nativita' a Pellizzano (1534 - Val di Sole), la grande Crocefissione di Santa Maria Javre' (1543 - Val Rendena) e la decorazione degli interni della sensazionale chiesa di San Virgilio a Pinzolo (1539 - Val Rendena; la narrazione dei Vizi capitali, una Crocefissione, un Cristo Pantocratore con i Quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa e Scene della Vita di San Virgilio).
Filippo Baschenis (1525/1597) - figlio di Simone II°
Lavorò assieme al padre alla realizzazione degli affreschi di Pinzolo e Massimeno (Val Rendena) ma oltre a questo di lui non è rimasto altro.
Cristoforo Baschenis il Vecchio (1520/1613) - fratello di Filippo
Contrariamente a quanto avvenuto per molti membri della dinastia Baschenis che operarono soprattutto in Trentino, Cristoforo il Vecchio lavorò prevalentemente nella zona di Bergamo dove dipinse il ciclo delle Storie di San Bernardino a Lallio e gli affreschi della chiesa di Sant'Egidio a Fontanella (1576). A Cristoforo il Vecchio appartengono anche una grande Crocifissione e la Predica di Santo Francescano nel monastero di Romacolo a Zogno, oltre agli affreschi della chiesa di Santa Trinita' a Urgnano e a diverse opere minori.
Cristoforo Baschenis il Giovane (1560/1626) - nipote di Cristoforo il Vecchio
Cristoforo il Giovane imparò l'arte all'interno della bottega dello zio. Anche egli, come lo zio lavorò in prevalenza nella zona di Bergamo e le sue opere più rilevanti sono le Scene della vita di San Giovanni Battista nell'omonima cappelletta di Cusio (1583 - Valbrembana -BG) e gli Episodi dela Vita di San Benedetto da Norcia, nel monastero di San Benedetto a Bergamo (1597).
Pietro Baschenis (1590/1630) - pronipote di Cristoforo il Vecchio
Come Cristoforo il Vecchio, egli operò prevalentemente nella zona bergamasca. Pietro, l'ultimo degli affreschisti della dinastia Baschenis, portò a termine gli affreschi mitologici della casa parrocchiale (ex Casa Galizzi) a Leffe (1613) e la Madonna col Bambino nella sagrestia della Basilica di Santa Maria Maggiore (1616). Di notevole interesse sono anche le Storie della Vergine nel Santuario di Sombreno, gli affreschi del monastero dell'Incoronata a Martinengo (BG)e quelli della chiesa dell'Assunta a Grassobbio (BG).
Evaristo Baschenis (1617/1677) - cugino di Pietro
l'opera di Evaristo Baschenis si discosta piuttosto nettamente da quella degli altri membri della dinastia in quanto egli maturò una formazione artistica sostanzialmente autonoma dalla tradizione famigliare e perchà© si occupò prevalentemente alla pittura a olio. Queste caratteristiche costituirono probabilmente il necessario presupposto per la maturazione di una personale e inimitabile esperienza creativa che lo colloca nel novero dei grandi bergamaschi di ogni tempo. La maestria e l'originalità di Evaristo spinse il livello artistico della dinastia al culmine del suo splendore tanto da farlo rientrare fra i più qualificati artisti del Seicento intero. L'eleganza e la raffinatezza del suo stile emergono in particolare nelle diverse composizioni con strumenti musicali e nelle nature morte in cucina. Il dinamismo cromatico, il rigore composito, l'equilibrio dei volumi e delle forme conferiscono all'opera di Evaristo un-eccezionale vigore evocativo, sintesi di un perfetto ordine superiore, modello per l'uomo che viene indotto ad una profonda meditazione sull'essenza intima delle cose e del tempo. Il prevalere dell'arte barocca ha impedito all'opera di Evaristo Baschenis di poter esser compresa e apprezzata dai contemporanei e solo a partire dal secolo scorso la critica ha iniziato a collocarlo nella posizione che merita. Molte delle sue opere sono conservate nelle sale dell'Accademia Carrara di Bergamo, mentre altre si trovano in pinacoteche e collezioni sparse in tutto il mondo.