Accesso - Corno di Cavento - Cresta Sud (Normale)La piana di Bedole, dove si lascia la macchina, si raggiunge in questo modo:
arrivare a Carisolo per la SS239 della Val Rendena (sia da nord che da sud) ed immettersi sulla strada della Val Genova che ha inizio a Carisolo in prossimità dell'attacco della salita per Madonna di Campiglio.
Seguire la strada della Val Genova fino al suo termine situato in prossimità del Parcheggio di Malga Bedole.
Purtroppo da alcuni anni l'accesso e la viabilità della valle sono regolamentati dal Parco Adamello Brenta che utilizza sistemi, orari e tariffe a dir poco sconsiderati, senza il minimo riguardo per gli alpinisti che giungono in zona per spingersi in quota fin sui ghiacciai.
Se non volete avere a che fare con il Parco e pagare la -gabella di 8,00 â?¬ dovete accedere in orari che non siano compresi fra le 07.00 e le 18.00, ovvero i loro orari di regime.
Descrizione - Corno di Cavento - Cresta Sud (Normale)Primo GiornoDal parcheggio risalite fino al Rifugio Bedole (1641m) e lଠimboccate la stradina sterrata che porta verso la teleferica del Rif. Mandron dove ha inizio il segnavia 241 -del Matarot.
In breve si giunge all'incantevole Malga Matarot Bassa (FOTO 1) da dove si individua la linea di salita a fianco delle imponenti e fragorose Cascate del Matarot (FOTO 2). Si prosegue la salita sul sentiero, che diventa sempre più ostico. Il passo è impedito dalle grandi e levigate pietre che impongono attenzione nell'appoggio dei piedi. Dopo il monotono tratto nella vegetazione si sbuca sui ghiaioni alla base della fascia rocciosa posta a destra delle cascate e su cui si inerpica il segnavia 241.
Si risalgono a fatica i ghiaioni e, sempre lungo il segnavia, si giunge all'inizio della parte attrezzata di sentiero (FOTO 3). Si risale seguendo i frequenti bolli bianco-rossi e alzandosi lungo i cavi d-acciaio. Questo tratto di sentiero, ottimamente segnato ed attrezzato, può diventare molto ostico e pericoloso in caso di nebbia ed in particolare in caso di bagnato, neve ghiaccio. Valutate quindi molto attentamente le condizioni di visibilità ed aderenza.
Una volta risalita la sezione attrezzata si continua a seguire i bolli biancorossi (FOTO 4) e gli ometti. La traccia rimane a destra (faccia a monte) della vedretta delle Lobbie che lentamente si apre allo sguardo sulla sx (qui eventuale variante se si effettua la salita al Corno di Cavento in giornata - vedi sotto in VARIANTI).
Seguire la traccia sempre lungo il segnavia 241 fino a giungere al Passo della Lobbia Alta (3015m) e di lଠal Rifugio Caduti dell'Adamello (3040m - FOTO 5) gestito dal simpaticissimo e sempre disponibile Romano.
Secondo GiornoTornando al Passo della Lobbia Alta (3015m) ci si abbassa fino a poggiare i piedi sulla Vedretta sottostante. Senza abbassarsi si traversa a dx (direzione Sud) puntando ad una emergente dorsale rocciosa che, digradando, si abbassa sulla Vedretta della Lobbia. La si segue in discesa a sx per massi morenici e sfasciumi (cautela!) fino a raggiungere la sottostante vedretta ma senza perdere eccessivamente quota (traccia in FOTO 6). In cordata si traversa ora lungamente la vedretta in direzione Sud-Ovest puntando al Passo di Cavento (FOTO 7 - 10).
Si raggiungo i piedi del Passo di Cavento facendo attenzione a superare alcune, talvolta infide, crepacciate. Si punta alla dorsale rocciosa posta sulla sx (faccia a monte) e che digrada direttamente dal passo dove spicca visibile il giallo Bivacco Laeng (FOTO 11).
Il tratto che porta al passo è parzialmente attrezzato con spezzoni e chiodi. l'inizio del tratto sulla dorsale è segnato con una X rossa (FOTO 11).
Tolti i ramponi e facendo attenzione a non smuovere pietre si risale velocemente al passo, caratterizzato dal piccolo Bivacco (3191m - FOTO 13).
Il tratto successivo è quello potenzialmente più problematico vista la friabilità del terreno. E pensare che fino a non più di dieci anni fa lo si percorreva senza particolari accorgimenti!
Ci si abbassa utilizzando una corda statica (FOTO 14) che consente di scendere una ripida rampa di ghiaia, terra e pietre particolarmente instabili; si giunge ad un tratto, più verticale, servito da cavo di acciaio che si segue a fatica in discesa fino a poggiare i piedi sulla Vedretta di Lares. Questo tratto di discesa si supera con più sicurezza con un paio di doppie oppure calando i meno avvezzi direttamente sulla vedretta con la corda.
Dalla base del passo di Cavento si prosegue a dx (Sud) in traverso (FOTO 15) in lieve ascesa lungo la vedretta. In questo modo si passa sotto il versante Est del Cavento e si oltrepassa la sua dorsale Est, caratterizzata da sfasciumi e rocce molto instabili.
Si aggira la dorsale (ora visibile nettamente il versante Nord del Carè Alto) e, girando a dx (Ovest) si punta alla base della soprastante cresta Sud del Cavento (FOTO 16). Si sale per la vedretta puntando alle dorsale che si attacca in prossimità di un ometto (FOTO 17).
Salire per la facile dorsale rimontando pietroni e sfasciumi fino a vincere la vetta (FOTO 18 - 19).
DISCESA:
lungo l'itinerario di salita fino a ritornare sulla Vedretta della Lobbia (cautela nella risalita e discesa del Passo di Cavento).
Da sotto il Passo di Cavento, si traversa (legati) in direzione del Rifugio Caduti dell'Adamello e poi si va a dx proseguendo lungo la Vedretta della Lobbia in discesa (Nord - sempre legati), individuando la linea ideale che conduce al lago situato alla base del ghiacciaio (FOTO 22- quota 2640m circa).
Raggiunto il lago ci si porta al sentiero del Matarot 241 in questo modo: ci si abbassa direttamente sotto il lago tenendosi leggermente a sx e sfruttando dei bellissimi toboga scavati dall'acqua nel granito. In questo modo ci si abbassa per circa 70/100m di dislivello fino ad una grande cengia detritica che si percorre lungamente a sx (faccia a valle) in lievissima discesa fino ad incrociare il segnavia 241.
Questo tratto è logico e abbastanza facile da individuare.
Tuttavia se preferite o in caso di cattiva visibilità , dal lago portatevi direttamente al sentiero salendo per alcuni facili gradoni posti a sx dello specchio d-acqua (Ovest - faccia a valle) e proseguendo fino ad incrociare il segnavia 241 (circa 50-70m di dislivello in salita).
Non avventuratevi in strane varianti sotto il lago (soprattutto con cattiva visibilità ) in quanto un errore di percorso vi porta inesorabilmente sopra paurosi e pericolosi salti di roccia!
Una volta giunti sul segnavia 241 -del Matarot si ritorna al punto di partenza lungo il percorso effettuato in salita.
Se si effettua la salita al Corno di Cavento in giornata si abbandona il segnavia 241 del Matarot a quota 2680m circa (alquanto sopra la fascia attrezzata) e si prosegue a sx (Ovest, Sud-Ovest) puntando al visibile lago posto sotto la vedretta. Raggiunto il lago, per gradoni e massi morenici, lo si lascia sulla dx e si risale la Vedretta della Lobbia puntando direttamente a Sud in direzione del Crozzon di Lares, Corno di Cavento e collegandosi quindi con il percorso indicato nella descrizione.
Copertura cellulare:Copertura rete assente da Piana Bedole a Vedretta della Lobbia e al rifugio Caduti dell'Adamello; buona copertura al Passo di Cavento; debole sulla cima (rilevazione rete TIM).
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